Uno studio condotto da Martin O’Flaherty, della Università di Liverpool insieme con gli esperti della Tufts University a Boston e della Harvard Medical School, presentato a Phoenix al meeting dell’American Heart Association (AHA) suggerisce che se i prezzi di frutta e verdura fossero ribassati e diventassero alla portata di tutti, tanti decessi per ictus e infarto potrebbero essere prevenuti.
La ricerca
Lo studio dimostra, infatti, che un abbassamento del prezzo di frutta e verdura del 10% ridurrebbe dell’1% le morti per infarto e ictus nel giro di cinque anni. E’ emerso, in pratica, che politiche volte alla riduzione dei prezzi di questi sani alimenti sarebbero dunque molto più efficaci per la salute che non costose campagne educative organizzate per incentivare il consumo di frutta e verdura nella popolazione. Analoghi effetti positivi potrebbero essere scatenati da un aumento del 10% dei prezzi dei cibi spazzatura.
U.S. IMPACT Food Policy Model
Gli esperti hanno sviluppato dei modelli al computer per stimare l’impatto di politiche economiche a favore del consumo dei cibi sani e di strategie economiche volte a disincentivare il consumo dei cibi spazzatura. Il modello utilizzato si chiama “U.S. IMPACT Food Policy Model” e si basa su dati demografici americani. Partendo da dati come i tassi di mortalità per infarto e ictus negli Usa, il modello simula cosa succede se intervengono dei cambiamenti nelle abitudini a tavola incentivati da politiche economiche; ovvero tasse sul consumo di cibo spazzatura e agevolazioni nell’acquisto di frutta e verdura.